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Se desidero acquistare una casa, per quale ragione dovrei preferire una certificazione CasaClima, piuttosto che una “normale” certificazione regionale ?

 

La differenza tra i protocolli di certificazione nazionale-regionale e il protocollo di calcolo CasaClima è sostanziale.

Mentre il protocollo di Certificazione CasaClima prevede una severa e capillare verifica di tutte le fasi di realizzazione, partendo dalla progettazione e arrivando fino al termine dei lavori; non è invece in alcun modo riscontrabile una simile metodologia nella prassi nazionale e regionale. 

Inoltre i relativi esiti forniscono parametri di valutazione molto diversi fra loro. In estrema sintesi, il protocollo nazionale e regionale impone il calcolo (secondo normative tecniche UNI TS 11300) del fabbisogno di energia per climatizzazione e preparazione di acqua calda sanitaria, in termini di Energia Primaria. 

Essa esprime il quantitativo di energia già filtrato attraverso i cosiddetti “rendimenti” dell’impianto termotecnico. In altre parole, un impianto di nuova generazione, con “rendimenti” particolarmente elevati (si stanno paragonando, ad esempio, una caldaia tradizionale, il cui rendimento è inferiore all’unità, con una pompa di calore prodotta oggi, a rendimento tre o più volte superiore) può contenere il fabbisogno di Energia Primaria di un edificio costruttivamente mediocre che disperde parecchia energia termica attraverso le proprie frontiere fisiche. 

La Certificazione Regionale può pertanto informarci circa l’efficacia del “sistema edificio – impianto”, senza fornire alcuna garanzia effettiva circa la qualità esecutiva delle opere edili e termotecniche. Il protocollo CasaClima fa riferimento a un fabbisogno energetico che si usa definire Ideale, ossia la quantità di energia termica che, dipendentemente dalle proprietà di isolamento termico e di tenuta all’aria dell’involucro edilizio, viene dissipata dall’edificio stesso, e va quindi reintegrata con l’azione degli impianti. Ma si prescinde dai “rendimenti” degli stessi. 

E’ per questo che, in termini numerici, l’esito di calcolo richiesto dalla Direttiva Tecnica CasaClima è realmente un indice della qualità costruttiva dell’involucro edilizio che racchiude e protegge il luogo dell’abitare. E quindi, del comfort e del benessere di cui godranno i suoi occupanti.

CasaClima richiede al progettista di produrre un esecutivo dettagliato e completo, che non lasci al caso (o alla discrezione contingente delle maestranze di cantiere) nessuno dei nodi costruttivi dell’edificio, e che risolva tutti i possibili ponti termici (punti delicati dell’involucro edilizio, ove le caratteristiche costruttive e geometriche possano pregiudicare l’isolamento termico o la tenuta all’aria). 

Durante le fasi di cantiere poi, ogni lavorazione va documentata fotograficamente, e le visite (per forza di cose, frequenti ed incisive) del progettista e direttore lavori sono talvolta accompagnate da quelle di un “auditore” nominato dall’Agenzia. La verifica di qualità termina e culmina con una prova finale di tenuta all’aria (il cui superamento, con determinati esiti predefiniti, è condizione vincolante ai fini della Certificazione dell’edificio, e della sua ascrizione alla classe energetica teorica cui possa accedere in base ai calcoli teorici). 

Questa verifica denominata “blower door test”, consiste nella creazione (per tramite di una potente ventola) d’un gradiente pressorio fra l’interno e l’esterno, mantenendo chiusi (alle normali condizioni di esercizio) tutti i serramenti dell’edificio: durante il test, con l’ausilio di un software specifico, l’apparecchiatura calcola la migrazione di aria attraverso tutte le fenditure presenti nell’involucro. 

Esse possono essere individuate con l’ausilio di fumogeni e di un micro-anemometro. I punti più delicati sono di norma i nodi degli infissi e qualunque giunzione a secco fra elementi costruttivi differenti, laddove non sia stata progettata ed eseguita un’efficacie nastratura dei giunti. Il benessere climatico e ambientale offerto da una CasaClima rappresenta per i suoi abitanti una differenza tanto sostanziale, dall’edilizia tradizionale e da quella a basso consumo non meticolosamente testata, da incidere sostanzialmente sul valore intrinseco dell’immobile cui si accosta il potenziale acquirente.

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